Il GonfaloneDrappo di giallo con la bordatura di azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato al centro dallo Stemma con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune.
Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L'asta verticale è ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.
IL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CONCESSIONE DELLO STEMMA E DEL GONFALONE DI ESCALAPLANO
SCALEPRANULa Repubblica Italiana è uno dei pochi stati europei che esplicitamente con l'art. 6, della sua Costituzione, tutela le minoranze linguistiche.
L'art. 6 della Costituzione ha trovato applicazione con la legge n. 482 del 15 dicembre 1999 recante "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche".
La legge, all'art. 2, riconosce, tra le lingue e culture da tutelare, anche quella delle popolazioni catalane e delle popolazioni parlanti il sardo.
L'amministrazione comunale, con l'intento di promuovere l'uso pubblico, orale e scritto, della lingua sarda secondo quanto prevedono e consentono le attuali leggi, specialmente la legge regionale n. 26 del 15.10.1997 e la legge statale n. 482 del 15 dicembre 1999 che tutela il patrimonio storico-culturale delle comunità minoritarie presenti in Italia, ha promosso, ai sensi degli articoli 13 e 24 della suddetta L.R. 26/97, iniziative culturali a tutela della lingua e della cultura sarda col progetto "Escalaplano e la poesia" e interventi per il ripristino dei toponimi in lingua sarda.
In occasione della richiesta di concessione del Decreto del Presidente della Repubblica, per l'uso dello stemma e del gonfalone del Comune di Escalaplano si è ritenuto pertanto indispensabile prevedere l'indicazione bilingue della denominazione del comune.
La ricerca del significato dei nomi dei luoghi (toponimi) ha da sempre suscitato grande interesse, non solo tra gli studiosi, ma anche tra la gente comune. Attraverso tale ricerca è, infatti, possibile dare al nome un significato certo e, nel contempo, avere notizie sulla lingua, la storia e la geografia locale.
Sino ad ora però lo studio della toponomastica sarda è stato poco sviluppato. Tale carenza è dovuta soprattutto al fatto che la Sardegna, anche se linguisticamente appartenente all'area neolatina, è, tra le regioni italiane, quella maggiormente inserita nell'ambiente linguistico mediterraneo, da cui derivano gli strati più antichi della sua toponomastica. Un altro ostacolo alle indagini toponomastiche è costituito dalla tormentata storia dell'Isola, che, a causa delle numerose dominazioni, rende incerta l'attribuzione di un toponimo ad una fase piuttosto che ad un'altra.
Ulteriore difficoltà è rappresentata dalla scarsità di fonti scritte (sono infatti pochi i documenti antichi che consentono di ricostruire l'evoluzione subita dai toponimi) e soprattutto dall'assenza di un repertorio dei toponimi sardi.
In particolare di Escalaplano ne parla per la prima volta il Repartimiento de Cerdena, ruolo delle imposte combinato dagli aragonesi nel 1358, sulla base di quello Pisano del 1316:
"Villanova de Scala de Pla situada enfra la dita curatoria de Guallill e de Barbarga e no ha naguna quantidat de diners froment y ordi en lo Componiment e assò per son tal homens qui apenas stan a camandament de Seņor".Nel primo documento rinvenuto su Escalaplano il paese è chiamato Scala de Pla (no) dal luogo nel quale è situato, l'accesso a Su Pranu (Cfr. F. Cocco).
Nel 1800 Vittorio Angius chiama il paese col nome Scalaplano.
In conclusione è naturale stabilire, anche per come si nomina ancora oggi in lingua sarda il nome, l'indicazione di Scalepranu quale denominazione in lingua sarda di Escalaplano.
La denominazione bilingue sarà indicata sotto lo stemma del comune.